L'Ultimo Libro Dell'universo by Rodman Philbrick

L'Ultimo Libro Dell'universo by Rodman Philbrick

autore:Rodman Philbrick [Philbrick, Rodman]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Science Fiction
ISBN: 8884517265
editore: Salani
pubblicato: 2005-12-31T23:00:00+00:00


* * *

Lanaya ci porta a Mercantopoli, dove centinaia di mercanti hanno i loro chioschi e perfino i mendicanti che girano nei paraggi hanno cose da barattare. Lei ci è già stata e sa dove lasciare il veitat e chi contattare.

«Lasciate parlare me» dichiara. «Qui mi conoscono» aggiunge poi, tenendo in su il suo bellissimo naso. Deve sempre ricordarci che lei è la Signorina Geneticamente Perfetta.

Mercantopoli è questo ammasso di chioschi, di baracche e di gabbiotti, di sorveglianza, tutti stipati sotto i vecchi aerobinari e sempre pieni di gente. Dicono che nei tempidietro lì sopra i treni volassero. Treni che andavano così veloci da creare il vento, più veloci del suono che si lasciavano dietro. Può anche essere stato vero, ma ormai quei treni non ci sono più e tutto quello che resta è il vecchio sistema di binari sopraelevati. Ogni tanto dei pezzi crollano da lassù, ma questo non scoraggia i mercanti dal ritrovarsi qui a commerciare e a tirare sul prezzo. E a rubare, se possono. Dicono che ‘mercante’ sia solo un’altra parola per ‘ladro’. Io non so se sia proprio vero, ma devi stare molto attento: potresti entrare in un chiosco per comprare dei vestiti, per esempio, e poi uscirne senza la camicia. Lo dico perché una volta è

successo anche a me. Charly, mio padre adottivo, mi aveva detto che così avevo imparato una lezione molto più utile di una stupida camicia vecchia. Per quanto mi riguarda, in realtà quella volta ho imparato che non valeva la pena andarsi a lamentare da Charly. E anche che, come dicono sempre, non bisogna mollare la mercanzia prima di aver avuto qualcos’altro in cambio.

Lanaya ci guida nella parte più affollata di Mercantopoli, sotto le tettoie di metallo arrugginito che fanno ombra dal sole che picchia o proteggono dalla pioggia acida, a seconda del tempo. I chioschi espongono merce da tutta l’Urbe: stivali dal recinto occidentale, mantelli di velluto confezionati dalle famose schiave dei Bestiali, pentolame di ferro, mangiabili di ogni tipo, armi, corazze antiproiettile, eros-aromi che garantiscono di far ‘perdere la testa agli uomini’, erbe e pozioni e veleni, olo-fìlm e 3D, arredi da covo economici (gonfiabili bucati), arredi da covo costosi (gonfiabili non bucati), tamburi e flauti, cani con tre sole gambe (‘Abbaiano, mordono, ma non scappano!’), ventotto gusti diversi di spaghetti liofilizzati e - ultime, ma non meno importanti - cioccobarre a volontà.

Come prima cosa, Lanaya baratta i suoi orecchini con una nuova scorta di mangiabili. Dà una cioccobarra a Faccetta e quasi ancora prima di averla scartata lui ha già un sorrisone come se lo avessero nominato re del recinto. «Ciocco!» si métte a cinguettare, attaccandosi alla tunica bianca e luminosa di lèi. «La-na-ya! Ciocco!»

Io ci rimango male. Salvo la vita a quel moccioso più di una volta, lo lascio venire con noi e lui impara il nome di Lanaya prima del mio? Lei mi lancia uno sguardo del tipo: ‘Visto? Te l’avevo detto’, ma io faccio finta di non essere scocciato. Abbiamo cose più importanti di cui preoccuparci.



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